La strage di piazza Fontana, con la morte di 17 persone inermi e il ferimento di quasi un centinaio, fu provocata da una bomba collocata dal gruppo fascista di Ordine Nuovo all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura, con la copertura degli apparati dello Stato.
Un anno dopo, il 12 dicembre 1970, un corteo per ricordare la strage venne vigliaccamente caricato. Colpito al petto, all’altezza di Via Bergamini angolo Via Larga, da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo, rimase a terra e morì un giovane militante di sinistra, Saverio Saltarelli. L’intento era di creare nel Paese un clima di terrore per bloccare, attraverso la repressione poliziesca e il restringimento delle libertà democratiche, le lotte operaie e studentesche che stavano scuotendo dalle fondamenta la società. A sancire questa verità le ultime sentenze degli stessi tribunali che hanno riaffermato la matrice dell’attentato, nonché le responsabilità di Franco Freda e Giovanni Ventura, due degli stragisti fascisti.
Un anno dopo, il 12 dicembre 1970, un corteo per ricordare la strage venne vigliaccamente caricato. Colpito al petto, all’altezza di Via Bergamini angolo Via Larga, da un lacrimogeno sparato ad altezza uomo, rimase a terra e morì un giovane militante di sinistra, Saverio Saltarelli. L’intento era di creare nel Paese un clima di terrore per bloccare, attraverso la repressione poliziesca e il restringimento delle libertà democratiche, le lotte operaie e studentesche che stavano scuotendo dalle fondamenta la società. A sancire questa verità le ultime sentenze degli stessi tribunali che hanno riaffermato la matrice dell’attentato, nonché le responsabilità di Franco Freda e Giovanni Ventura, due degli stragisti fascisti.
Ribadirlo significa testimoniare quella verità che si vorrebbe nuovamente oscurare in nome di una generica condanna del terrorismo. Con essa nascondere le tragiche circostanze della morte di Giuseppe Pinelli, la diciottesima vittima innocente di piazza Fontana, che fu fatto precipitare da una finestra del quarto piano della Questura milanese, non certo per un “malore attivo”, quando si cercava di attribuire a Pietro Valpreda e agli anarchici la responsabilità di quanto accaduto. Tanto più oggi quando, attraverso operazioni “culturali, come film che romanzano l’intera vicenda o libri fintamente di inchiesta, si cerca di sviare nuovamente la verità o puntare a una sorta di riappacificazione mettendo vittime e carnefici sullo stesso piano.
Per iniziare a condividere davvero la memoria occorrerebbe in primo luogo che i protagonisti di allora si mettessero seriamente in discussione, a partire dai vertici delle istituzioni e dai i servizi segreti, attraverso la cancellazione del segreto di Stato e la messa a disposizione di tanti documenti ancora occultati.
Per iniziare a condividere davvero la memoria occorrerebbe in primo luogo che i protagonisti di allora si mettessero seriamente in discussione, a partire dai vertici delle istituzioni e dai i servizi segreti, attraverso la cancellazione del segreto di Stato e la messa a disposizione di tanti documenti ancora occultati.
Per questo, per fare chiarezza e per discutere della questione guarderemo una puntata di Blu Notte sull’argomento, perchè riteniamo che stia cadendo nel dimenticatoio e che sia necessario informare e diffondere i fatti come sono realmente accaduti, e non come sono stati distorti da tutti i media.
APPUNTAMENTI:
- 11 dicembre – ore 17.00 – in Piazza Ferravilla @Lambretta – Assemblea
- 12 dicembre – ore 16.30 – in Piazza Fontana – Presidio
- 12 dicembre – ore 17.30 – in Piazza 24 maggio @Lato B – Cineforum
- 15 dicembre – ore 14.30 – in Porta Venezia – Corteo in ricordo di Piazza Fontana e dell’assassinio di Pinelli