Oggi davanti agli Uffici Scolastici Provinciali di Como e Lecco e davanti all’Ufficio Scolastico Regionale lombardo a Milano gli studenti hanno inscenato dei flashmob per manifestare la contrarietà alle prove INVALSI e ai test di accesso alle facoltà a numero programmato, contro tutti i tipi di test a crocette in quanto non permettono una valutazione completa del percorso formativo dello studente.
Le prove INVALSI infatti non tengono conto del contesto sociale di provenienza, del tipo di istituto frequentato quindi delle soggettività di ogni singolo studente. La logica della premialità inoltre è pensata per suscitare insensate competizioni e rivalità riferite ai singoli istituti e non migliora affatto le condizioni di difficoltà della maggior parte di questi.
Contestiamo anche l’accesso alle università tramite il numero programmatopoichè limita fortemente l’accesso ai saperi e alla cultura selezionando gli studenti tramite test a crocette su argomenti che non interessano il percorso formativo già affrontato e da affrontare. In più, quest’anno, con l’anticipazione dei test di medicina ad aprile si è andati a compromettere la preparazione a questi poichè in concomitanza con il sempre più pesante studio per l’esame di stato.
Con questi metodi, la personalità dello studente viene ridotta alla crocetta di un test. Per questo abbiamo indossato delle mascherine da chirurgo con disegnate delle “X” in molte città della Lombardia e in molte altre città d’Italia.
A Como e a Lecco, decine di studenti si sono ritrovati sotto gli Uffici Scolastici Provinciali per discutere pubblicamente di queste problematiche coinvolgendo la cittadinanza e riscontrando, da parte di quest’ultima, la più totale e gratificante approvazione su tutte le tematiche che sono state portate nelle piazze. Questo è un dato che dovrebbe far riflettere!
A Milano, oltre ad un presidio che ha coinvolto altrettanti studenti, una delegazione dell’Unione degli Studenti è stata ricevuta dal Dirigente Regionale dell’INVALSI. Durante l’incontro sono state esposte le nostre rivendicazioni sul tema; le risposte sono state poche: il Dirigente ha ribadito la necessità di una premialità che porti alla competizione fra scuole. Ci siamo trovati d’accordo soltanto sulla necessità di ribadire il fatto che le prove non debbano essere valutate anche se, tuttavia, alla richiesta di emanare una circolare nelle scuole abbiamo riscontrato molte perplessità da parte del dott. Bonelli.
Nonostante il periodo dell’anno più sfavorevole alla partecipazione, oggi siamo riusciti a lanciare un segnale forte al MIUR. La formazione che pretendiamo deve essere totalmente libera e accessibile. La valutazione che esigiamo deve essere trasparente ed inclusiva delle diverse peculiarità di ogni singolo soggetto in formazione.