Ieri, 17 novembre, è ricorsa la Giornata Internazionale per il Diritto Allo Studio. Una data emblematica, che pone sotto i riflettori le studentesse e gli studenti di tutto il mondo.
Ma siamo sicuri di questo?
Da ormai troppo tempo siamo messi in disparte, accantonati come se la nostra parola non valesse nulla e proprio per questo da anni la lotta studentesca rivendica un tipo di scuola accessibile a tutti e tutte e lontano da ogni discriminazione. La nostra necessità è quindi quella di ritagliare il nostro spazio all’interno di una società schiavizzata da dogmi capitalistici, prendere ciò che ci appartiene e ribaltare questo sistema.
Le porte di questo caldo autunno si sono aperte con la mobilitazione nazionale del 10 Ottobre, data che ha visto quasi tutte le piazze della Lombardia prendere vita e scagliarsi contro la nuova riforma Renzi-Giannini; ancora una volta gli studenti sono scesi nelle strade di Milano, Bergamo, Lecco e Como il 14 Novembre, dove incrociando le braccia e incrociando le lotte , hanno preso parte allo sciopero sociale. Una giornata forte quest’ultima, sopratutto nella città di Milano, dove studentesse e studenti sono stati ripetutamente vittime di violenza da parte delle forze dell’ordine.
14N ph. Ricardo Berjano |
Ieri è invece stata la volta di un’altra importante tappa per il proseguimento di questo autunno : abbiamo presidiato per l’intero pomeriggio presso il palazzo della regione Lombardia in nome di un’istruzione alternativa e accessibile. Abbiamo voluto porre al centro dell’attenzione il fatto che studiare sta diventando sempre più un lusso per pochi e che le nostre scuole stanno trasformandosi in veri e propri luoghi classisti e discriminanti. Prendiamo come semplice esempio il contributo volontario , ora essersi trasformato in ”contributo obbligatorio”; per non parlare delle centinaia di euro che ogni anno le famiglie sono costrette a sborsare per i libri di testo e per il trasporto pubblico. Una situazione decisamente insostenibile che deve essere fermata.
Presidio a Palazzo Lombardia |
Nello stesso pomeriggio una delegazione composta dall’Unione degli Studenti Lombardia, Link Milano e FLC CGIL Milano è stata ricevuta dall’assessora Valentina Aprea; abbiamo fatto valere le nostre considerazioni a fronte dell’assurda logica del sostegno finanziario della regione Lombardia ( sostegno al reddito da una parte e buono scuola dall’altro ), il quale non fa altro che rendere sempre più profondo il solco che divide la situazione delle famiglie di studenti che frequentano le scuole pubbliche da quella delle famiglie che invece, grazie alle innumerevoli agevolazioni di cui sono dotate, sono costituite da studenti che frequentano le scuole paritarie. Abbiamo voluto porre la nostra attenzione, e anche quella della Signora Aprea, sulla questione dell’abbandono scolastico, fenomeno che da anni sta prendendo sempre più piede : “A fronte della grave crisi economica e degli alti tassi di abbandono scolastico, la Regione cosa ha intenzione di fare per il triennio delle scuole superiori?” chiede Andrea Locatelli dell’Unione degli Studenti Lombardia -“Attualmente i tre anni sono scoperti da ogni tipo di sussidio, e sono gli anni in cui l’emergenza abbandono si fa più sentire, visto che durante il terzo anno termina l’obbligo scolastico e gli studenti per sostenere le famiglie in difficoltà sono sempre più spinti ad andare a lavorare; ci sembra assurdo che non si voglia fare nulla in merito.”
A queste domande l’assessora Aprea ha risposto dicendo che la Regione garantisce il diritto all’istruzione fino al biennio, mentre per il triennio si preoccupa solo dei cosiddetti “meritevoli”, assegnando la componente per il merito. Ancora una volta le risposte che ci vengono propinate sono parte integrante di una politica chiusa. Risulta chiaro che la Regione Lombardia vuole portare avanti un tipo di istruzione elitario, per pochi, discriminante e classista e si rifiuta di riflettere sulla condizione in cui l’accessibilità alla cultura sta versando da anni a questa parte.
La Regione si sta macchiando di un’assurda concezione di istruzione e l’Unione degli Studenti Lombardia non può fare altro che scagliarvisi contro. Vogliamo che tutti e tutte possano accedere a percorsi di studio e terminarli, indipendentemente dalla condizione economica e dai propri risultati scolastici. A breve apriremo nelle principali città della regione sportelli per i ricorsi al Buono Scuola 2013/2014 e lanciamo una campagna regionale sul DIRITTO ALLO STUDIO, per la quale scenderemo nelle piazze e alzeremo la voce nelle nostre scuole, verso e oltre lo sciopero generale del 5 Dicembre.
Alla lotta!