Oggi, 5 maggio 2015, gli studenti si di tutta Italia sono tornati in piazza in occasione dello sciopero generale della scuola lanciato da un ampio fronte di sindacati.
Le vie del capoluogo lombardo sono state attraversate da 30000 tra studenti, lavoratori o cittadini più in generale provenienti da tutte le province della Lombardia e da quelle delle regioni limitrofe. Solo gli studenti erano almeno 5000.
Come già ribadito, non potevamo rimanere immobili di fronte ad una situazione simile. Già questo autunno, sono bastate le linee guida di una riforma a portare in piazza gli studenti del paese. Dopo una consultazione rivelatasi fallimentare e numerosi ritardi, imprevisti, passi avanti, passi indietro, il Governo arriva a marzo a presentare un DDL che concretizza una parte di linee guida presentate a settembre.
Il DDL ha un iter ricco di forzature democratiche e ricatti e tratta di numerosi temi: dalle assunzioni all’edilizia scolastica, dalle competenze dei presidi ai finanziamenti per la scuola. Ci sono varie ragioni che ci spingono alla mobilitazione: ancora una volta si va a riformare la scuola parlando di meritocrazia e competizione a fronte di un 17% di abbandono scolastico; Il Diritto allo Studio è citato solo tra le deleghe, nulla di concreto sulla prima priorità per la scuola; Le scuole diventano a tutti gli effetti delle aziende, col Preside manager e i finanziamenti da parte dei privati mentre viene data la possibilità di finanziare le scuole paritarie con il 5×1000.
Insomma, cambiano i governi ma la ricetta pare essere sempre la stessa: scuola pubblica sempre
meno statale e sempre più per pochi. In tutto ciò, all’Unione degli tudenti è spettato l’onore e l’onere di tenere alto il livello di attenzione sull’iter della buona scuola costruendo un percorso che, a partire dall’autunno, passando per il 12 marzo e per l’assemblea dell’11 aprile allargata a tutte le realtà che del paese che hanno a cuore i nostri temi, arriva ad oggi, forte di un fronte ampio che è stato in grado di squarciare questo finto velo di democrazia con cui Renzi ha provato a coprire la natura della Buona Scuola.
Al termine del corteo, Lorenzo Baldino dell’Unione degli Studenti Lombardia ha preso parola dal palco dei sindacati: “Erano anni che non si vedeva una mobilitazione di questa portata, soprattutto al nord Italia.” – dichiara Baldino dal palco – “Questa volta siamo davanti alla più grande riforma strutturale della scuola probabilmente dal 1925, una riforma che, se passa, andrà a segnare una netta e definitiva sconfitta per chi come noi ha creduto per anni in una scuola pubblica come ascensore sociale, strumento di emancipazione e liberazione dell’intera società.
Il Governo tolga le mani dalle scuole e le metta nelle periferie di questo paese! E’ proprio lì che
si trova quel 17 per cento di dispersione scolastica causata da un sistema scuola cieco e sordo verso una nazione che sta attraversando una grave crisi economica. Il Diritto allo Studio è il tassello fondamentale per la risoluzione a questo problema e nel DDL buona scuola si accenna appena. Non possiamo perdere altro tempo a guardarci intorno nella speranza che qualcuno decida per noi o prenda il nostro posto perché la scuola e la democrazia sono nelle nostre mani!”