Vai al contenuto

LOMBARDIA – Diritto allo Studio: qualcosa si muove…

Il 18 Maggio, il Consiglio di Stato ha confermato la sentenza del TAR Lombardia in merito ai ricorsi effettuati da due genitori riguardo al discriminante sistema del buono scuola, in vigore in Lombardia fino all’anno scolastico scorso. Questo sistema, infatti, prevedeva dei fondi che la Regione destinava agli utenti delle scuole con retta (nella maggior parte dei casi scuole paritarie private), al fine di sostenere in parte le spese legate all’istruzione. Questi fondi, erogati alle famiglie in base ad un’autodichiarazione, erano molto più consistenti rispetto a quelli che rientravano nel sistema ‘dote scuola’, erogati alle famiglie delle scuole pubbliche in base al reddito ISEE. Il due aprile 2015, il ricorso al TAR effettuato da due genitori era stato accolto in parte: il TAR aveva infatti giudicato discriminatorio il sistema in base al quale a famiglie di uguale reddito fossero date quote diverse per aiutare a sostenere i costi dell’istruzione. In seguito, la Regione Lombardia aveva fatto a sua volta ricorso al Consiglio di Stato che, pochi giorni fa, ha confermato la sentenza del TAR. Dunque, come già per questo anno scolastico, i fondi verranno destinati alle famiglie in base alle fasce di reddito ISEE in cui rientrano, indifferentemente dalla scuola frequentata. Questa è una notizia positiva per la class action lanciata da Nonunodimeno e FLC CGIL che nei mesi precedenti abbiamo portato avanti raccogliendo decine di migliaia di firme in tutta la regione e che, avviata attraverso due ricordi al TAR meneghino e uno al TAR di Brescia, attende tutt’ora il responso delle sentenze.

la sede del consiglio di stato
Per quanto tutto ciò si possa considerare una parziale vittoria, bisogna tuttavia considerare alcuni aspetti che rimangono negativi: prima di tutto, all’abolizione di un sistema ingiusto non è corrisposta l’istituzione di una nuova forma di diritto allo studio che possa davvero soddisfare le esigenze di quel 18% che costituisce la dispersione scolastica nella nostra regione. Inoltre, da anni chiediamo che i soldi pubblici vengano distribuiti soltanto fra gli utenti della scuola pubblica, dato che già questi sono insufficienti a soddisfare le loro esigenze. Purtroppo la giunta regionale continua a ignorare la libertà di istruzione, preferendo finanziare una ‘libertà di scelta’, ritenendo più importante consentire a chi non potrebbe permetterselo di scegliere un’istruzione privata piuttosto che permettere ai meno abbienti di accedere ai canali formativi pubblici. Per questo continueremo a lottare, per ottenere una legge sul diritto allo studio che faccia fronte alla crescente inaccessibilità della scuola, permettendo la realizzazione della scuola di massa di cui la nostra Repubblica ha bisogno.
Non possiamo negare il fatto che abbiamo accolto positivamente l’apertura da parte del presidente Maroni ad un ipotesi di reddito di cittadinanza. Riteniamo altresì doveroso rivolgere un appello a Palazzo Lombardia perché il reddito di cittadinanza non rimanga una dichiarazione a fini elettorali ma si concretizzi in un progetto che risponda alle esigenze dei cittadini lombardi. Auspichiamo infine che la Regione si apra ad un confronto con le rappresentanze studentesche per fare in modo che questa avanzata forma di welfare che da anni la nostra organizzazione rivendica possa essere parte di un ripensamento totale del sistema di diritto allo studio di cui la nostra regione sente fortemente il bisogno.