Al termine di un intensissimo anno di lotte che ha visto gli studenti impegnati su più fronti, l’estate si è aperta con l’atteso No Expo Pride.
Il 20 giugno le strade di Milano sono state attraversate dalla rete dei collettivi e delle associazioni femministe ed LGBTQIA, creatasi in concomitanza e in contrapposizione al grande evento.
No Expo Pride |
” Vogliamo una città frocia, non una vetrina gay per expo! ”, emblematico lo slogan che ha caratterizzato in tutti questi mesi la rete, che attraverso workshop, assemblee ed incontri ha voluto mettere in luce tutti quegli aspetti ” gay & women frendly ” che sono stati introdotti nell’esposizione.
Aspetti che da una parte sono finalizzati al successo delle logiche di mercato più squallide, e che dall’altra non fanno nulla di più che attribuire a proprio piacimento alla comunità LGBT ( -QIA non pervenuti) un immaginario falso, superficiale ed effimero, volto a ghettizzare ulteriormente la comunità sottolineandone la natura minoritaria.
Uguale trattamento è stato sfruttato per la creazione di una zona dell’esposizone tutta al femminile. Si tratta di Women for Expo, un progetto volto a dare voce in capitolo alla donna in quanto fonte di nutrimento e in quanto lavoratrice. ” Pinkwashing” è la parola più corretta per definire l’atteggiamento maschilista di cui si macchia il grande evento, dove le donne vengono strette in una zona a loro adibita nella quale possono defecare petali di rosa e nutrire il pianeta con il loro cuore colmo di amore.
No Expo Pride |
Sabato 27 Giungo si terrà invece come tutti gli anni il Milano Pride. Non sono poche le criticità che riscontriamo in questo evento che rischia di essere ancora una volta obsoleto, inefficace sfociando, nella peggiore delle ipotesi, nel dannoso.
In primis, il Milano Pride negli ultimi anni è andato a rispecchiare quello stesso immaginario superficiale e falso contro il quale ci scagliamo, fomentando la cura di aspetti estetici e abbandonando quasi del tutto la componente politica e conflittuale che invece è alle basi della lotta LGBTQIA fin dagli esordi del Movimento.
E’ molto, molto difficile per noi credere nella rappresentatività del Milano Pride, un momento di lotta che si basa su accordi per convenzioni con i commercianti della zona 3 e si conclude in un corteo patrocinato Comune di Milano e Regione Lombardia. Creare una settimana di sano divertimento per la comunità LGBTQIA non può certo far male, dopodiché c’è ancora una battaglia culturale e di civiltà che aspetta di essere fatta e il Milano Pride non aiuta per niente, purtroppo.
Tuttavia, abbiamo poi deciso di essere in piazza in caratteristico, riportando tutte le nostre criticità, poichè riteniamo molto importante riportare all’interno di ciò che di fatto rappresenta l’unico momento in cui la città si stringe intorno alla comunità LGBTQIA, la situazione che vivono tanti soggetti in formazione nei luoghi del sapere, che tutti i giorni sono teatro di omofobia e machismo culturale.
Il 27 giugno saremo in piazza per portare la voce degli studenti LGBTQIA, per la libertà di essere e di amare!
CONCENTRAMENTO H. 15.30 PIAZZA DUCA D’AOSTA