Il 25 giugno saremo presenti come studenti e studentesse al Pride di Milano. Per noi la lotta per la costruzione di un modello di società inclusivo, libero e privo di discriminazione è un percorso di tutti i giorni, percorso di cui il Pride rappresenta un momento di affermazione oltre che di mobilitazione.
Il riappropriarsi delle strade esprimendo attraverso i nostri corpi piena libertà di essere e amare rappresenta un messaggio per noi ben preciso e non ha nulla a che fare con mancanza di “sobrietà”, “decoro” o “serietà” come spesso viene denunciato dalle frange bigotte e conservatrici della società. Anzi, vuole proprio dimostrare che l’affermazione di sé e del nostro modo di essere e amare sono legittimi a prescindere da qualunque norma di buon costume o intervento legislativo.
Il pride per noi è una battaglia di tutte e tutti, l’esclusione sociale su base sessuale, razziale o economica sono fenomeni da combattere convergendo con tutte le lotte possibili . I fatti di Orlando sono solo la dimostrazione che le nostre comunità umane occidentali non sono ancora davvero inclusive e libere come vantano di essere. La battaglia culturale per delegittimare la violenza, il linguaggio omotransfobico, il sessismo e l’esclusione sociale passa proprio attraverso il rafforzamento della coesione sociale e la Conoscenza. Rivendichiamo per questo motivo un’istruzione laica con un’educazione sessuale e di genere che permei tutti gli ambiti della conoscenza e formi individui liberi e consapevoli. Il tabù del sesso nei luoghi della formazione così come le ingerenze confessionali nelle politiche in materia di istruzione non sono più accettabili.
Troppe volte CL e l’arcivescovado milanese hanno ostacolato programmi di educazione sessuale e diffondendo disinformazione sulla fasulla teoria “Gender”, spesso in accordo con formazioni neofasciste.
Chiediamo che le scuole e le università a Milano e in Lombardia si dotino di sportelli consultoria li di informazione, sostegno e di denuncia, così come crediamo sia una questione di civiltà che gli studenti possano avere un accesso, se non gratuito, agevolato alla contraccezione, a sostegno del fatto che il sesso sicuro, di qualsiasi sessualità si tratti, non può rappresentare un costo.
In generale le misure di welfare cittadino universale rappresentano ciò che guida la nostra battaglia. I centri antiviolenza, così come i consultori statali e quelli autogestiti sono esperienze che devono essere potenziate e sostenute. La stessa cosa vale per i luoghi di cultura, come cinema, librerie e centri di studi di genere e cultura indipendente.
Scendiamo in piazza però non solo per combattere contro l’esclusione e la discriminazione, riteniamo sia da contrastare altrettanto il fenomeno del pink washing. La concessione di diritti a metà mediati con la destra, come nel caso del ddl Cirinnà, o la creazione di luoghi e intenti fittizi, più legati a un interesse economico, come la Gay Street durante Expo o la sponsorizzazione del Pride da parte di grandi multinazionali, sono tutte misure la cui strumentalizzazione a propaganda non permetteremo. E di certo se da parte del Governo Renzi e l’attuale classe politica pensa che le lotte si fermeranno, si sbagliano di grosso.
Non un passo indietro, per tutte e tutti. Nessuno escluso!