La sera del 26 Agosto l’estrema destra comasca si è data appuntamento in piazza Cacciatori delle Alpi, una prova di forza, un presidio il cui striscione parlava da se: “Como ai Comaschi”. Il riferimento è chiaramente all’ “oltraggiosa situazione di degrado pubblico” che da ormai quasi due mesi “tiene sotto scacco la stazione San Giovanni”. Parlano dei migranti, bloccati loro malgrado da fin troppo tempo al confine con la Svizzera. Rivendicazioni chiare: sgomberare la stazione, rimpatriare, “prima i comaschi”, “ripulire la stazione dal degrado”. Sorvoleremo sul dettaglio storico relativo al luogo, a quanto pare i protettori, i mafiosi e gli spacciatori già presenti in stazione da tempo immemore prima dell’inizio dell’emergenza che circolavano liberamente non disturbano questa così pudica frangia della popolazione, scandalizzata dalla presenza dei migranti. Ebbene, nascosti dietro il parafulmine del nuovo profilo facebook “Como ai Comaschi”, nato appositamente per “denunciare la situazione scandalosa”, possiamo dire che nei fatti i numeri di questa manifestazione parlano da se: l’epocale evento organizzato in più di una settimana, propagandato come l’incredibile svolta, possiamo tranquillamente dire sia stato un epocale flop. Meno di 30 persone in piazza, l’evidente provocazione nell’organizzare il presidio sul percorso che congiunge la stazione alla mensa, nell’esatto orario in cui vengono distribuiti i pasti, non è stata colta. La cittadinanza comasca, quella vera, solidale e antirazzista, ha risposto in modo concreto, la piazza è stata completamente disertata, se non fosse stato per la chiamata alle armi regionale e nazionale costruita ad hoc da questo fantomatico gruppo, in piazza avremmo trovato al massimo quattro o cinque persone. In breve, i giornalisti raddoppiavano i numeri del presidio. Una figura davvero pietosa e imbarazzante.
A Como i fascisti li riconosciamo a pelle. Conosciamo molto bene i volti che si nascondono dietro questa nuova formazione, “Como ai Comaschi”, che tenta di presentarsi alla cittadinanza come un nuovo progetto “apolitico composto da semplici cittadini esasperati”. Parliamo di Forza Nuova, dell’ex gruppo fascista comasco “Militia Como” e di alcuni esponenti del gruppo “Black List”, frangia neofascista della curva del Como Calcio. Ancor più paradossale ed evidente quando ad urlare da un megafono, avvolto da bandiere tricolore e da fumogeni rossi bianchi e verdi, quanto il progetto sia apolitico è proprio Salvatore Ferrara, attuale porta voce regionale di Forza Nuova ed ex candidato sindaco a Como per la formazione neonazista.
Piazza deserta, messaggi imbarazzanti, obiettivo politico mancato. Nonostante ciò, impressionante è stata la risonanza mediatica di questo presidio: dai quotidiani locali alla TV Comasca, dalle piattaforme informatiche fino ad un servizio del TG Regione. Dalla diretta durante il presidio fino al giorno dopo, la notizia è riuscita ugualmente a fare il giro della Lombardia e il loro intento, mostrare all’esterno quanto possa essere forte il loro messaggio di odio e violenza, è riuscito.
Non potevamo non reagire. Da quasi due mesi la Como vera, quella antifascista e accogliente, si attiva, tutti i giorni, per portare aiuti e supporto a chi, inerme, scappa da violenze, guerre e soprusi e, suo malgrado, è finito per ritrovarsi bloccato alla stazione San Giovanni. Da più di un mese e mezzo volontari, studenti, cittadini, tutti i giorni hanno raggiunto la stazione, le mense, la parrocchia di quartiere, per mettersi in gioco in prima persona. I numeri sono impressionanti: per un mese intero siamo riusciti a tenere attivi tre punti mensa, per un totale di 550 pasti ogni sera, solo grazie al lavoro dei volontari e alle donazioni dei Comaschi, ogni sera abbiamo dato un tetto sopra la testa a 30 donne incinta, bambini o famiglie, solo grazie ai volontari che ogni sera hanno tenuto aperto il tendone. Abbiamo distribuito probabilmente qualcosa come un migliaio di coperte e capi di vestiario, offerto protezione, servizi, cure mediche.
Per questo scenderemo in piazza domani. Scendiamo in piazza per dar voce a quella Como solidale che da troppo tempo è rimasta ignorata dall’opinione pubblica. Scendiamo in piazza per quelle decine e decine di volontari, le cui interviste non vedrete mai alla televisione, le cui parole non leggerete sui giornali, ma che tanto hanno dedicato e continuano a dedicare a questa città. Scendiamo in piazza per lo studente che ogni mattina è il primo ad arrivare e l’ultimo ad andar via, che da oltre un mese mette a disposizione, senza nemmeno pensarci, l’unica cosa che può mettere a disposizione, il suo tempo, per essere sicuro che nessuno dorma senza coperta, che nessuno resti senza mangiare. Scendiamo in piazza per tutti quelli che non vedrete mai, ma che noi alla stazione conosciamo molto bene. Non vogliamo creare una contrapposizione, scendiamo in piazza per loro, per chi regala un maglione, offre un caffè, distribuisce un bicchiere di the. Scendiamo in piazza per chi l’antifascismo lo pratica tutti i giorni.
Domani vi aspettiamo tutti in piazza Vittoria dalle 17.00, per dimostrare chi è realmente Como e chi sono realmente i Comaschi.