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MILANO – Contestata Aprea e #labuonascuola

A pochi giorni dalla fine della consultazione sul Piano Scuola gli studenti hanno contestato l’ennesimo dibattito farsa promosso da Renzi e dal MIUR. Oggi all’Istituto Zappa-Cremona di Milano la ministra Giannini avrebbe dovuto presenziare in rappresentanza del governo insieme alle istituzioni locali e regionali, ma ha disdetto all’ultimo minuto la sua partecipazione.

L’istituto è stato blindato dalle forze dell’ordine e reso inaccessibile. La retorica imbottita di democrazia e apertura costruita da Renzi attorno alla consultazione cala la maschera di fronte all’ennesima iniziativa pilotata, chiusa a tutti coloro che da mesi si mobilitano nelle piazze e nelle città contro la riforma.

Abbiamo interrotto l’intervento dell’assessore regionale all’istruzione Valentina Aprea esponendo uno striscione e prendendo parola per bloccare il teatrino istituzionale e ribadire che la buona scuola siamo noi, le studentesse e gli studenti, i docenti che dal basso stanno contrastando un Piano Scuola in cui manca del tutto il diritto allo studio e che prevede l’ingresso massiccio delle aziende negli istituti. L’assessore Aprea è poi uscita dall’aula dimostrando l’ennesima volta la falsità di questi eventi. Abbiamo poi dato parola agli studenti, ai docenti e ai genitori, ai quali senza la nostra azione sarebbe stato impedito di intervenire. Rivendichiamo un potere decisionale reale per chi vive quotidianamente le scuole, per questo motivo ci siamo riuniti in assemblea decostruendo l’iniziativa di presentazione e dando realmente voce agli studenti.

Il 14 Novembre saremo in piazza insieme ai lavoratori in sciopero, ai precari e a tutti quanti subiscono le politiche del governo perché la riforma della scuola e quella del lavoro altro non fanno che aumentare la precarietà e la ricattabilità di un’intera generazione, privandola di qualsiasi prospettiva di vita dignitosa. Non accettiamo che Renzi utilizzi il nostro futuro come uno slogan per legittimare le politiche di privatizzazione della scuola, i tagli alle borse di studio universitarie e l’ulteriore deregolamentazione del mercato del lavoro.